Michael Kayode si racconta in una lunga intervista concessa a Sportweek. L’ex esterno della Fiorentina, oggi titolare fisso del Brentford in Premier League, è tornato con la memoria al giorno del suo debutto in maglia viola, avvenuto a Marassi nel 2023.
«Un’emozione enorme. Marassi era impressionante, uno stadio in cui il rumore ti avvolge e diventa difficile persino comunicare con i compagni. La cosa più sorprendente è stata partire dall’inizio: non avevo alcun sentore. Sono arrivato allo stadio tranquillo, Italiano non mi aveva anticipato nulla. Solo leggendo la formazione ho scoperto che sarei stato titolare. Ero al settimo cielo, ma allo stesso tempo molto teso. Per fortuna è andato tutto nel modo giusto. Porto con me ogni cosa di quell’esperienza. È lì che ho imparato davvero cosa significa fare il calciatore».
Poi il trasferimento in Inghilterra: «Andare in Premier League è stato motivo di grande felicità, è un campionato straordinario che tutti sognano. L’esordio è arrivato il 2 febbraio contro il Tottenham, davanti ai nostri tifosi. Un momento speciale, anche se il risultato non ci ha sorriso».
Prima di compiere il salto, Kayode si è confrontato con chi conosceva bene quel mondo: «Ho parlato a lungo con Aquilani, che mi ha allenato in Primavera e che ha vissuto la Premier in prima persona. Mi sono confrontato anche con diversi compagni della Fiorentina, ognuno mi ha dato il suo punto di vista. Una volta arrivato, poi, Nørgaard è stato fondamentale: avendo giocato a Firenze, mi ha aiutato molto nell’inserimento».
