Di fronte a una corsa salvezza che si annuncia più affollata che mai, la Fiorentina resta forse l’unica tra le tante formazioni pericolanti a poter immaginare un mercato di gennaio capace di spostare gli equilibri. Non perché il club viva un momento florido sotto l’aspetto economico – il diktat dell’area tecnica è severo: si spende solo ciò che si incassa e senza cessioni si ragiona solo in termini di prestiti – ma perché, rispetto alle rivali, i viola possono ancora permettersi un profilo di intervento diverso. Per storia, per appeal (nonostante il 20º posto) e soprattutto per la capacità di garantire ingaggi che altre non possono valutare.
La Fiorentina sa che dovrà fare una pesca mirata: pochi innesti ma di livello. E se il cammino in Conference dovesse proseguire, la carta del palcoscenico europeo diventerebbe un’arma decisiva: per molti giocatori ai margini dei top-club (si è parlato di Boga del Nizza ma anche di alcuni profili fuori rosa al Chelsea) sei mesi a Firenze potrebbero rappresentare una vetrina preziosa e un’occasione di rilancio. Un’opportunità che per i viola, oggi più che mai, può trasformarsi in una manna dal cielo. Lo scrive La Nazione.
