Contro la Juventus, Moise Kean ha disputato una delle sue migliori partite in maglia viola: ha vinto numerosi duelli, ha subìto tanti falli, ha fatto salire la squadra nei momenti di difficoltà e ha combattuto su ogni pallone. Eppure resta spesso un uomo solo, poco cercato dai compagni e isolato là davanti, costretto a inventarsi molte situazioni da solo.
C’è però un aspetto della sua gara che ha colpito in modo particolare, evidente già dai primi minuti. Siamo abituati a vedere Kean muoversi soprattutto sul centro-sinistra, zona in cui può rientrare sul destro per calciare: è la sua giocata preferita, quella con cui ha segnato in Nazionale e, di recente, anche contro la Roma in campionato.
Contro la Juve, invece, per almeno un’ora lo si è visto stabilmente sul centro-destra. Una scelta tutt’altro che casuale: Kean aveva individuato in Koopmeiners il marcatore più attaccabile, quello che avrebbe potuto soffrirlo maggiormente nell’uno contro uno.
Non sorprende quindi che entrambe le sue occasioni più nitide siano arrivate proprio da quella zona: una fermata da una grande parata, la seconda dopo uno strappo dei suoi finita sulla traversa, ancora una volta con Koopmeiners a inseguirlo.
Un dettaglio che racconta non solo la prestazione, ma anche la crescita intelligente del giocatore: Kean non si limita a correre e a lottare, studia l’avversario e sceglie dove colpire.
