Com’è lontana l’estate spendacciona che ha illuso tutti. Oggi la Fiorentina è una società smarrita, e con un bilancio nettamente peggiore rispetto all’anno scorso. Resta un fatto incontrovertibile: la lontananza della società dalla città, con il mega Viola Park eretto a fortino non si sa di cosa. In queste ore, ancor prima dell’addio (profumatamente remunerato) di Pioli, sono girati nomi che hanno fatto accapponare la pelle a chi ama questa squadra.
L’atteso bivio di cui parlavamo ieri (o crescere o morire) è rimasto tale: silenzio assoluto. L’unica novità è l’esonero di Pioli (con tanto di like sui social di Pongracic, poi tolto): siamo rimasti delusi dall’atteggiamento dell’ex tecnico viola. Visto il professato amore verso la Fiorentina, poteva almeno tentare di trovare una transazione con la società. Capiamo che ci sono nove milioni di ottimi motivi per non farlo, ma insomma il buonsenso avrebbe consigliato diversamente. Galloppa in panchina fino a domenica, dunque, in attesa che il periodo delle riflessioni finisca presto.
In questo non aiuta il silenzio di Rocco, l’unica voce che i tifosi sono disposti ad ascoltare adesso. In questo senso va la lettera che il Centro di Coordinamento Viola Club ha inviato ieri a Commisso: «rilancia alla grande oppure passa la mano». Ma il distacco tra questa Fiorentina e la città è ormai evidente, e cresce ogni giorno di più anche per la questione dello stadio. Un’altra perla di questa disgraziata stagione. Come le scelte al ribasso e le promozioni interne, che lascerebbero la situazione immutata. Serve coraggio e competenza, e non ci pare che alberghino al Viola Park.
A proposito di stadio e figure pessime, l’altra sera Sarri (un nome amato e benvoluto da queste parti) ha raccontato che in estate un dirigente viola lo avrebbe chiamato proponendogli la panchina della Fiorentina, quando ormai era risaputo che avesse già firmato per la Lazio. La conferma che dilettantismo e presunzione vanno di pari passo anche da queste parti. Lo scrive La Nazione.
