Quello del rigore su Luca Ranieri in Fiorentina-Lecce è stato uno dei temi arbitrali più dibattuti del weekend. Ne ha parlato in tal senso anche il designatore arbitrale Gianluca Rocchi ad Open Var su Dazn.
Sul rigore: “Rapuano in campo vede una cosa più grande ed evidente, pertanto decide. Credo sia giusto farglielo rivedere perché la decisione è diversa da quella che in realtà è, siamo difronte a un contatto e non certo a un fallo. Qui si può discutere, l’auto sgambetto di Ranieri è provocata da un contatto precedente e quindi ci sono pareri discordanti anche su questo, ma è veramente poco per concedere un calcio di rigore. Detto ciò, ricordiamoci che la decisione finale spetta all’arbitro e non al VAR. Visto che chiediamo qualche revisione in più all’arbitro, dobbiamo essere pronti a fargliele fare in tranquillità”.
Il designatore arbitrale non ha gradito le scene viste a bordo campo: “Le scene che ho visto su questa revisione non sono assolutamente quelle giuste, se si porta un arbitro sotto questo tipo di pressione, la decisione finale non è senz’altro quella più lucida. Non dico la più corretta, ma la più lucida, che è quella che a noi ci interessa. E ai miei raccomando fortemente di essere rigidi e severi con chi non mantiene questo comportamento perché se noi continuiamo ad accettarli il problema diventa più grande di quello che è. In questo caso con i miei mi sono arrabbiato tantissimo, non per il rigore perché per me hanno lavorato bene per quanto mi riguarda, sia come metodologia e soprattutto come procedura, ma non sono accettabili queste situazioni. Capisco il momento di difficoltà, capisco chi sta perdendo una partita e si gioca magari anche il posto, capisco tutto perché sono un uomo di calcio, ma dovete anche capire che un arbitro davanti al monitor pressato in questa maniera non è lucido. Non dico che sia giusta o sbagliata la decisione, ma questi ragazzi hanno bisogno di tranquillità e la otteniamo non parlando di loro”.
Rocchi ha voluto aggiungere qualcosa anche sul comportamento di Ranieri: “Io ribadisco che quella fascia ha un’importanza strategica, per noi è fondamentale. I capitano devono essere il simbolo della squadra, del club e rappresentano un popolo. Per cortesia, a chi indossa la fascia, io chiedo massima collaborazione. Posso capire che ci sia una cosa che non ti torna, in quel caso devi e puoi chiedere all’arbitro, siamo aperti al dialogo. Ma un conto è dialogare, un conto è aggredire gli arbitri. Il rischio non è di dire corretto o sbagliato, ma che l’arbitro non sia lucido”.
