Prendete esempio da lui: è questa la frase più ricorrente tra i tifosi viola, al termine della vittoria in Conference contro il Sigma Olomouc, quando si parla di Jacopo Fazzini. Un ragazzo di 22 anni, viareggino, mezzala con spiccate doti offensive, da sempre tifoso viola. La Fiorentina ha investito 10 milioni su di lui, concedendogli un impatto ambientale molto soft, considerando età, contesto, provenienza, concorrenza. Ma, partita dopo partita, l’ex Empoli è diventato sempre più attivo, propositivo, spigliato al punto di saltare l’uomo e provare a concludere in proprio. E ora, ogni volta che tocca il pallone, si alza un ‘Oh’ dalle tribune o un sentito incitamento.
Fazzini sta cavalcando e scavalcando quell’Albert Gudmundsson che la scorsa estate aveva rappresentato un investimento ancora più oneroso. Il numero 10 non riesce proprio ad accendersi e a incidere come ci si aspettava: una differenza, con Fazzini, che si è notata quando i due giovedì sera sono entrati in campo insieme. Il viareggino con una voglia matta di fare qualcosa che cambiasse una partita che rischiava di sfuggire di mano, l’islandese, anonimo, senza alcuna idea per trovare una prodezza o un passaggio che mandasse Roberto Piccoli in porta. Pioli, domani contro la Roma, potrebbe decidere di riproporre la coppia pesante formata da Kean e Piccoli. Stavolta, però, ad agire alle loro spalle potrebbe esserci il numero 22. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.
