ELOCO MARCELO BIELSA
In Argentina tutti quei personaggi che per visione delle cose, della vita e delle regole escono dagli schemi, vengono racchiusi in unico appellativo. “EL LOCO”.
Il termine El loco comprende insieme le seguenti caratteristiche: GENIO, TESTARDAGGINE, ESSERE RIBELLE E VISIONARIO. Il personaggio che analizziamo quest’oggi è un esponente massimo di ognuna di queste caratteristiche.
Marcelo Alberto Bielsa Caldera, noto semplicemente come Marcelo Bielsa (Rosario, 21 luglio 1955), è un allenatore di calcio ed ex calciatore Argentino, di ruolo difensore, attualmente alla guida tecnica del Leeds United.
Soprannominato Loco (in italiano Pazzo), Bielsa è noto per il suo carattere eccentrico e le numerose stranezze comportamentali, sebbene venga considerato come uno dei migliori allenatori sudamericani della storia e possegga numerosi estimatori in tutto il mondo; nell’arco della sua carriera trentennale si è infatti distinto per un approccio metodico, quasi scientifico, allo studio delle partite.
LE ORIGINI
Per comprendere in profondità il legame di Bielsa con la propria città e cosa quest’ uomo rappresenti, basti pensare che lo stadio di Rosario che ospita entrambe le formazioni della città porta il suo nome.
LA PASSIONE
Molto spesso le più appassionanti storie di calcio legate a questa terra, raccontano di personaggi che vivono il calcio come sorta di riscatto sociale, dei “desperados” che attraverso il pallone riescono ad elevare la propria condizione ed incantare il pubblico di tutto il mondo.
In questo caso raccontiamo una storia diversa, Marcelo Bielsa infatti nasce da una famiglia di giuristi alto borghesi. Il fratello Raphael è un noto avvocato ex ministro degli esteri dell’Argentina. La sorella Monika è stata una politica appartenente al partito giustizialista ed è stata vice governatrice della regione di Santa Fé.
Per comprendere cosa voglia dire appartenere alla dinastia dei Bielsa basta leggere cosa ha dichiarato Raphael fratello di Marcelo: ” i nostri genitori ci hanno spiegato come arrivare ai vertici, peccato però si siano dimenticati di spiegarci come fare ad essere felici una volta raggiunta la cima.
LA SUA VISIONE DEL CALCIO
Per Bielsa il calcio è una vera e propria ossessione, è un maniaco della tattica e dei modelli di gioco. Egli ha due figure di riferimento come allenatore che sono Menotti commissario tecnico dell’Argentina campione del mondo nel’ ’78 e Biliardo tecnico che guidò l’Argentina di Maradona alla conquista di Mexico ’86.
Egli acquista un edicola a Rosario con un unico scopo, ovvero quello di divorare editoriali e studiare l’ interpretazione della gara spiegata dai suoi idoli. Egli legge ogni giorno tutti i quotidiani sportivi che escono. Come non bastasse si fa spedire da un suo zio che vive in Europa, decine di VHS sull’ Olanda di Cruijff, al fine di studiare in modo maniacale il calcio totale dell’Olanda.
Suo padre non ha mai assecondato questa sua passione per il calcio, anzi ha sempre cercato di mettergli i bastoni tra le ruote. Così all’età di 17 anni a seguito di una furibonda lite con lui, decise di scappare di casa e di rifugiarsi nella pensione dell’ Newels Old Boys.
Marcelo era un buon difensore centrale, ma da calciatore non è mai riuscito a fare la differenza, non era unico ed allora assisteremo al primo colpo di testa del loco. Alla prematura età di 25 anni decise di lasciare il calcio giocato per dedicarsi alla carriera di allenatore. Egli vuole cambiare il calcio e lo farà dalla panchina.
GLI INIZI COME ALLENATORE
Inizia come tecnico dell’Università di Buenos Aires, ma già tra anni dopo lo ritroviamo come responsabile tecnico del settore giovanile dell’ Newels Old Boys. All’età di 32 anni avrà la prima svolta della sua carriera. Deciderà di battere in lungo ed in largo tutta l’Argentina, con la finalità di scovare i migliori talenti. Egli non si sposterà in aereo e non soltanto perché ha paura di volare. Egli infatti deve conoscere dei calciatori, deve vivere il loro territorio. Prese una cartina dell’Argentina e la divise in 72 macro aree, prese la propria auto e percorse più di 24000 km in due anni.
Durante questo viaggio scoprì numerosi talenti, tra i più famosi abbiamo Abel Balbo, Nestor Sensini ed il gordito come lo chiamavano a Reconquista, il re leone Gabriel Omar Batistuta.
I RACCONTI DI GABRIEL
Batistuta parlando del loco disse:
“È stato come un padre, l’allenatore più importante della mia carriera”.
In tre anni crea il miglior settore giovanile d’ Argentina, nel ’90 diventa allenatore della prima squadra del Newels, portando con sé 10 ragazzi della sua canterà. Egli ha bisogno di giocatori che fermamente credono nelle sue idee. Un vecchio editoriale della Gazzetta dello sport recita:
La grandezza di Mourinho sta nel fatto che i suoi giocatori si butterebbero nel fuoco per lui, ma la grandezza di Bielsa è assai superiore perché i suoi giocatori si butterebbero nel fuoco per le sue idee”. Differenza sottile ma essenziale.
LA FILOSOFIA IN FASE DI NON POSSESSO
La rivoluzione bielsista è un ciclone che si abbatte sul calcio argentino, e che spazza via chiunque, dal Boca al River a qualsiasi altro avversario.
Continue verticalizzazioni, tagli in profondità, massimo due tocchi, benvenuti nel mondo fantastico di El loco Marcelo Bielsa.
Il modulo di gioco di riferimento è il 3-3-3-1 o in alternativa ed a seconda dell’ avversario il 4-2-3-1.
In fase di non possesso i 3 di difesa giocano sostanzialmente a uomo, o per meglio dire, devono prendere in consegna l’avversario che occupa la loro zona e lo devono seguire fino al termine dell’azione. Anche per questo viene chiamato modello misto.
Questo ha evidentemente l’effetto di destrutturare lo spazio e le distanze in fase difensiva, ma per Bielsa il dogma è quello di privilegiare la copertura dell’uomo rispetto allo spazio. Altro cardine del calcio bielsista è quello è quello di avere sempre un uomo del pacchetto arretrato, libero da marcatura, in modo tale possa essere libero e pronto ad effettuare le coperture necessarie.
Di qui la scelta del doppio modulo: linea difensiva a 4 e quindi con la coppia centrale, quando si affrontano compagini che giocano con una sola punta. Linea difensiva formata da 3 centrali, quando si affrontano squadre che giocano a 2 punte.
LA FILOSOFIA IN FASE DI POSSESSO
Lo spettacolo vero e proprio lo incontriamo però analizzando la fase di possesso, dove si richiede sempre ad un numero elevato di elementi di presidiare la zona che va oltre la linea della palla. L’azione inoltre si deve obbligatoriamente svolgere per vie verticali e l’ effetto che si crea è quello di svuotare il centrocampo ed adesso vi spiego meglio: si gioca con tre difensori centrali ed un play basso davanti, con compiti di rottura. Gli altri 2 centrocampisti giocano larghi e le mezze punte esterne che stringono alle spalle dei centrocampisti avversari.
Se uno degli esterni resta largo, lo spazio viene allora occupato dal centrocampista laterale di riferimento.
NEWELL’S OLD BOYS
Resta 2 anni e vince 2 competizioni. Un campionato di apertura nel ’90 ed un campionato di clausura nel ’92. Anno in cui raggiunge l’ incredibile risultato di raggiungere la finale di Libertadores persa soltanto ai rigori contro in San Paulo di Cafu.
Diventa il leader spirituale di un intero popolo. Gli dedicheranno come già detto il nome dello stadio.
Giunto a questo punto Marcelo prende la seconda scelta folle. Lascia il Newell’s per volare in Messico.
ATLAS
Giunto in Messico Bielsa impone una clausola pazzesca nel contratto: il primo anno non toccherà la prima squadra, si dedicherà esclusivamente al settore giovanile.
Visionerà migliaia di giocatori in tutto il paese e tra gli altri scoprí Rafa Marquez, il più grande calciatore della storia del Messico. I programmi di allenamento del loco sono ancora in uso in 92 città messicane.
VELEZ
Nel ’97 tornò in patria e precisamente nel Velez dove vincerà dominando sin dall’inizio il campionato di Clausura. Il fuoco che arde dentro il tecnico argentino lo porterà a questo punto a volare in Europa.
ESPANYOL
Vola in Spagna all’ Espanyol dove troverà il suo fidato Pochettino, ma l’avventura durerà soltanto 10 partite. Arriverà infatti una chiamata che non potrà rifiutare. La Selection.
SELECTION ARGENTINA
Il loco Bielsa è il prescelto per guidare l’albiceleste del post Biliardo, tecnico che praticava un calcio speculativo, che giocava sull’avversario affidandosi alla fantasia del pube de oro Diego Armando Maradona. Biliardo guidò la nazionale argentina a Mexico ’86,in quella che fu una spedizione vincente coronata dal titolo mondiale e che consacrò Maradona come il più grande. La spedizione del ’90 vide invece gli argentini arrendersi in finale contro la Germania di Lothar Matthews.
Gli affidarono una squadra di fenomeni. Batistuta, Verona, Crespo, Zanetti e Redondo erano soltanto alcuni dei campioni che formavano quella fantastica squadra.
Dominerà il girone di qualificazione perdendo soltanto una volta in casa del Brasile. Tuttavia la stampa argentina, non perdonò mai a Bielsa di non impiegare sia Batistuta che Crespo. Il credo calcistico del loco infatti non prevedeva l’utilizzo delle due punte. La spedizione del 2002 sarà un fallimento, la Selection uscirà al girone d’eliminazione. Questa sarà una macchia indelebile nella carriera del tecnico argentino, che neanche l’oro olimpico vinto 2 anni più tardi in finale contro gli azzurri, potè cancellare.
Il bilancio di Bielsa alla guida della Selection nelle 85 partite disputate sarà di 57 vittorie 18 pareggi e 10 sconfitte. Numeri alla mano il miglior tecnico dell’albiceleste di sempre.
Egli si sentirà comunque tradito, accoltellato alle spalle dal suo paese, dalla stampa, dalla politica e dalle istituzioni.
Da quel momento in poi non rilascerà più alcuna intervista se non tramite conferenze stampa. La motivazione? Dare a tutti le stesse opportunità di riportare notizie.
LA PAUSA DI RIFLESSIONE
Si fermerà per tre anni, visionando migliaia di partite, studierà senza sosta. Il calcio è la sua piacevole ossessione. Una notte svegliò famiglia e servitù, li divide tutti in campo per provare una nuova disposizione tattica. La pausa avrà fine dopo 3 anni con la chiamata della nazionale cilena.
CILE
Il Cile è sempre stata una nazionale firmata da calciatori di buona qualità tecnica, ma sempre intimidita al cospetto delle grandi potenze sudamericane.
Bielsa sarà colui che sarà in grado di elevare questa loro condizione. La prima grande intuizione sarà quella di arretrare il centrocampista di rottura Medel, sulla linea di difesa. Plasmò due giovani di belle speranze come Sanchez (El Nino Maraviglia) e Vidal e porterà il mago Valdivia al centro del progetto tattico. Durante il girone di qualificazione ai Mondiali la roja incanta e riuscì addirittura a vincere in trasferta contro l’Argentina. Nel girone eliminatorio mondiale il Cile sarà secondo, dietro soltanto alla Spagna che in quell’edizione sarà per la prima volta nella sua storia, campione del mondo.
Uscirà agli ottavi contro il Brasile solamente dopo i calci di rigore.
Al ritorno in patria Bielsa e i suoi ragazzi, saranno acclamati come eroi nazionali.
Al termine della rassegna mondiale Cruijff dichiarò: ” il Cile è senza dubbio la squadra che ha offerto il miglior calcio del mondiale”.
Poco più tardi si dimetterà da commissario tecnico della Roja, per far capire la sua grandezza basti pensare che la TV cilena interruppe tutte le trasmissioni in onda per comunicare a reti unificate, la decisione del loco di rassegnare le proprie dimissioni.
Bielsa aveva posto le basi per la creazione del grande Cile che negli anni successivi, sotto la guida di Jorge Sampaoli, suo discepolo, avrebbe vinto 2 coppa america.
ATHLETIC BILBAO
El loco decise di affrontare una nuova sfida, accettando di guidare la nazionale dell’ Athletic Bilbao, formazione composta sia nella prima squadra che nelle giovanili, soltanto da giocatori baschi. La sfida ideale per il loco Bielsa.
Nella Liga vivrà una stagione di alti e bassi concludendo la stagione al 9 posto, ma raggiungerà ben due finali: in coppa del re dove perse contro il Barcellona di Pep Guardiola ed in Europa League dove cedette all’Atletico di Madrid.
Capiterà molto spesso nella carriera di Marcelo Bielsa, di accedere in modo trionfali a finali, con tonfi poi clamorosi, come se la vittoria fosse meno importante rispetto all’ideale.
Egli afferma: “esistono le sconfitte che servono e le vittorie che non servono a niente”.
Dopo la sconfitta per 3-0 in finale contro il Barcellona di Guardiola, Bielsa inviò a titolo di omaggio per la vittoria, al tecnico blaugrana in dossier di più di mille pagine, che conteneva i suoi studi sul Barca. Guardiola rispose con un messaggio emblematico: ” Complimenti Marcelo, conosci la mia squadra meglio di me ed il mio staff”.
MARSIGLIA
Si presenta con una conferenza stampa shock, dove in modo molto diretto e pesante attacca tutta la dirigenza, nessuno escluso in relazione al mercato estivo. Ha un taccuino con l’elenco di giocatori da lui espressamente richiesti ed un altro formato da calciatori che lui pretendeva non fossero ceduti e dove si dichiara deluso ed ostacolato dalla società.
Poi però c’è il campo, dove dopo le prime due partite stentate il Marsiglia infilerà otto vittorie consecutive. Egli in quest’anno lancerà anche alcuni talenti indiscutibili come Mendy e Payet.
Resterà in testa al campionato per quasi tutto il tempo della durata dello stesso, vedendo soltanto nel finale al PSG degli arabi e dei campionissimi Cavani e Ibrahimovic.
L’ alchimia con il Velodrom è avvolta di pura magia e questo sembra il preludio di una storia d’amore senza fine.
All’inizio del secondo anno però altra conferenza stampa shock, dove il loco annuncia la sua intenzione di tornare in Argentina a causa della non soddisfazione sui propri termini contrattuali.
DISCEPOLI
Marcelo Bielsa dello “El loco” da molti è considerato come l’uomo sudamericano, che più ha influenzato il calcio moderno.
Questo è avvenuto si grazie al suo personaggio controverso e alle sue capacità tattiche oltre l’ impensabile, ma anche grazie a numerosi discepoli che in lui hanno riconosciuto un “idolo”, un “maestro” ed hanno fatto in modo che il suo verbo si potesse divulgare.
POCHETTINO
Viene considerato un po’ il figlio d’arte di Bielsa che lo scoprì e lanciò ai tempi del Newell’s. Nel ’92 Marcelo chiese a Pochettino di preparare per i suoi compagni di squadra prima della partita contro il San Lorenzo in dossier sul loro sistema di gioco offensivo. Pochettino lo fece ed il Newell’s vinse per 3-0.
JORGE SAMPAOLI
Sampaoli vincitore di 2 coppa america alla guida del Cile, a più riprese ha dichiarato, di essere un vero e proprio fans del loco.
Nei suoi primi anni di carriera, é stato considerato come vero e proprio surrogato a basso costo di Bielsa.
TATA MARTINO
Vinse ben due campionati al Newell’s sotto la guida di Bielsa. È stato votato dai tifosi inoltre come il miglior giocatore della storia del Newell’s Old Boys. Tanto che i tifosi gli hanno dedicato il nome di una tribuna dello stadio che porta il nome di Marcelo Bielsa.
PEP GUARDIOLA
Per Pep Guardiola, Bielsa è senza dubbio il miglior allenatore della storia del calcio. Lo ha dichiarato a più riprese. Fu Bielsa a convincerlo ad intraprendere la carriera di allenatore.
CURIOSITÀ
MARCELO EL LOCO BIELSA due anni fa donò 2,5 milioni di dollari alla fondazione del Newell’s Old Boys, per costruire una pensione a favore dei giovani calciatori provenienti da fuori città. Egli dichiarò che questo non rappresenta un dono, ma bensì un debito da saldare. Egli disse infatti che il Newell’s è il club che lo ha lanciato e che gli ha dato molto più di quanto lui sia stato in grado di restituire.
Che dire grandioso…
Questo è Marcelo Bielsa per tutti “EL LOCO”.
MARZIO DE VITA
Retroscena Adani su Lassissi: “A Firenze disse a Terim ‘Tu sei imperatore, io sono capo tribù”