Sei anni dopo l’addio, Stefano Pioli e la Fiorentina sono pronti a dirsi di nuovo
“sì” in un matrimonio per il quale servono ancora qualche passaggio e molta diplomazia perché è necessaria la prudenza. Non si può inciampare nei vari step che sono necessari prima del ritorno sulla panchina viola che ha già visto il tecnico emiliano protagonista dal 2017 al 2019.
Un rapporto che si era interrotto con le dimissioni e che ora aspetta solo un nuovo inizio, con una dirigenza differente e una proprietà diversa. Ma è un Pioli-bis quello che si sta prospettando, addirittura ter se si considera il suo passato da calciatore dal 1989 al 1995. L’accordo con la Fiorentina sarebbe sulla base di tre milioni a stagione per tre anni, però Pioli deve liberarsi dall’Al Nassr, che gli garantisce 12 milioni a stagione e a cui è legato fino a giugno 2026.
La chiave per parlare con i sauditi è nelle mani dello stesso Pioli: ad ora la Fiorentina può soltanto aspettare. Poi ci sarà la questione della residenza fiscale che scade a luglio (servono 6 mesi più 1 giorno a partire dal primo gennaio 2025) però è una questione successiva e ora secondaria. Intanto c’è l’apertura reciproca dell’allenatore e della Fiorentina perché Pioli è considerato il profilo giusto, dal punto di vista delle capacità sia tecniche che caratteriali. Lo riporta La Gazzetta dello Sport.