La Fiorentina sta vivendo una crisi profonda che nasce soprattutto da un problema tattico. In appena quattro giornate di campionato, la squadra ha già cambiato tre moduli diversi, passando dal 3-4-1-2 preparato in estate al 3-5-2, fino al 4-4-2 sperimentato contro il Como. Questa continua alternanza di sistemi e interpreti ha impedito la costruzione di certezze, rendendo fragile l’identità di gioco e accentuando le difficoltà in campo.
Il progetto iniziale puntava su un tridente offensivo con Gudmundsson dietro a Kean e Dzeko, ma ben presto si è scelto di rinforzare il centrocampo, dando spazio a Mandragora, Sohm e Fagioli. Parallelamente, la difesa a tre è stata progressivamente trasformata in una linea a quattro, con Dodo e Gosens arretrati per sostenere i due centrali. Questo continuo oscillare tra idee e moduli ha generato confusione, minando la solidità complessiva della squadra, già scossa dalle sconfitte interne con Napoli e Como.
Adesso Pioli è chiamato a una scelta definitiva: individuare un assetto stabile che valorizzi al meglio i giocatori e dia continuità al progetto tecnico. La mediana e la retroguardia dovranno essere i reparti da cui ripartire, con ruoli chiari e responsabilità precise per uomini come Fagioli e Fazzini. Anche la collocazione di Gud, se come trequartista o attaccante, sarà cruciale per stabilire equilibri offensivi e definire il posto di Piccoli nelle gerarchie. Solo trovando una base tattica solida, la Fiorentina potrà sperare di rialzarsi e ritrovare fiducia. Lo scrive La Nazione.