Più psicologo che tecnico, almeno in questi primi giorni: di sicuro Paolo Vanoli non poteva rivoluzionare la squadra con un paio di allenamenti a disposizione. L’urgenza è stata quella di restituire certezze a una squadra che ha perso fiducia. Ma il punto di partenza va oltre il modulo. Rispetto al recente passato ha voluto provare a cambiare l’atteggiamento in campo. La Fiorentina deve imparare a stare dentro la gara, a saper soffrire nei momenti difficili. Troppe volte in questa stagione la squadra si è sciolta alla prima difficoltà, come giovedì scorso contro il Mainz. Un segnale lo si è visto a Marassi. Dopo il gol di Ostigard c’è stata la forza per reagire subito. In una gara piena di episodi e spallate, non rialzare la testa avrebbe significato perdere.
Per i cambiamenti tattici, invece, ci sarà tempo durante la sosta. Un periodo che, nonostante le assenze dovute agli impegni con le nazionali, offrirà comunque a Vanoli un gruppo consistente con cui lavorare. Una delle prime novità sarà la prova della difesa a quattro: un’idea che il tecnico inizierà a testare già dai prossimi allenamenti, per valutarne pregi e difetti insieme al suo staff, al fine poi di decidere se cambiare o meno là dietro. Sotto osservazione anche la trequarti e l’attacco, dove restano da monitorare le condizioni di Kean. In miglioramento Gosens: l’obiettivo è esserci contro la Juve.
Sosta in ogni caso determinante, l’ultima prima di un ciclo di partite fondamentali che accompagneranno la Fiorentina verso la fine del 2025. Dopo Juventus e Atalanta, infatti, i viola affronteranno un calendario (sulla carta) più abbordabile — Sassuolo, Verona, Udinese, Parma e Cremonese — gare da vincere per risalire la classifica. Parallelamente, in Conference League (contro Aek Atene, Dinamo Kiev e Losanna), l’obiettivo non può che essere quello di levarsi il pensiero fino agli ottavi di marzo. Lo scrive La Nazione.
