Avevamo fatto un patto, la parola d’ordine era ed è sostenere la squadra, i nostri ragazzi e il nostro allenatore sono i migliori del mondo. Il patto è serio, è molto più di un contratto, più le difficoltà aumentano, più gli ostacoli sembrano insormontabili più dobbiamo rimanere uniti e positivi. Forse qualcuno si è dimenticato da dove veniamo, forse qualcuno non ha contezza del fatto che la viola ha fatto un mercato a zero euro, ha ceduto un titolare e viene da un girone di ritorno con punteggio da retrocessione e annesso precampionato di sole sconfitte. Non bastasse, le voci che raccontavano di un Paolo Sousa demotivato ed in rotta di collisione con la Società erano molto di più del classico pettegolezzo.
Onestamente dopo 6 partite di campionato, di cui una da recuperare e una di Europa League non mi pare di vedere una squadra così disastrata come ipotizzato fino alla fine di Agosto. Non capisco questi scricchiolii nel nostro patto, il patto di sostenere la squadra senza se e senza ma, non capisco le critiche a Sousa e a qualche giocatore, forse qualcuno alla fine del calciomercato, ha pure pensato che fossimo diventati improvvisamente il Barcellona, ha forse pensato che saremmo stati in grado di vincerle tutte in scioltezza. Non è proprio cosi, non siamo il Barcellona. Sostenere la squadra non significa giustificare i conteggi cervellotici di Cognigni, non significa difendere la gestione ridicola a cui questa proprietà ci sta sottoponendo da anni, significa casomai aiutare il gruppo a fare bene, lottare per la maglia e per noi stessi, stimolare i nostri calciatori a buttare il cuore oltre l’ostacolo, che poi è quello che hanno fatto l’anno scorso per tutto il girone d’andata. Io vedo questa squadra crescere, abbiamo fatto ventimila abbonati per sostenerli, non per deprimerli, un patto è un patto, bisogna rispettarlo, il patto porta punti, non scordiamocelo.
Alessandro Taddei