Una vittoria all’Olimpico per chiudere la stagione, un 4-2 netto, meritato, spettacolare, che ha riportato la mente dei tifosi a quella Fiorentina scoppiettante del girone di andata. I tre punti contro la Lazio permettono di sorridere in occasione dell’ultima partita di un campionato che si porta dietro molta amarezza. Amarezza per non essere riusciti a dare continuità al gioco e ai risultati, crollando rovinosamente dalla lotta allo Scudetto al quinto posto.
Il calo della Fiorentina è durato troppo a lungo, ogni volta che i viola hanno avuto l’opportunità di riportarsi in corsa per qualcosa di importante, sono arrivate sconfitte o miseri pareggi. Neanche l’Inter ha avuto un periodo così buio e, soprattutto, duraturo. Colpa delle continue e petulanti polemiche di Sousa riguardo al mercato (anche se non aveva tutti i torti), ma l’allenatore non merita di addossarsi il 100% delle responsabilità per questa annata ricca di rimpianti. Tuttavia la consapevolezza di aver sprecato un’occasione unica rimane il rammarico più grande e i giocatori devono farsi un esame di coscienza.
Veramente la squadra non poteva fare meglio? Impossibile rispondere negativamente, la Fiorentina non era obbligata a vincere ogni settimana, ma pareggi come quelli contro Frosinone, Verona, Palermo o Sampdoria e sconfitte tra le quali citiamo solamente Empoli, Udinese e Carpi potevano essere evitate con un po’ di grinta e concentrazione in più. La verità è che la testa è mancata nei momenti decisivi, la vera Fiorentina è stata assente per mesi, non è stata abbastanza “squadra”.
Già, qualcuno ha pensato troppo a se stesso quando invece doveva essere concentrato sul gruppo. Lo diciamo proprio dopo aver analizzato le prestazioni di alcuni giocatori ieri sera. Tello, ad esempio, non sembrava neanche lui. Velocità, dribbling, cattiveria e freddezza sotto porta. Lo spagnolo vuole rimanere a Firenze, ma lo ha dimostrato quando ormai era inutile. A fargli compagnia c’è Vecino, con due gol realizzati, assist, decine di palloni recuperati, una moltitudine indecifrabile di kilometri percorsi. Abbiamo citato questi due giocatori, ma non sono gli unici ad aver disputato prestazioni assai distanti dagli standard ai quali ci avevano abituato per mesi addirittura. Lo stesso Bernardeschi sembrava rinato, Mati Fernandez pure.
Forse sarebbe meglio che per il prossimo anno la Fiorentina imparasse a giocare ogni volta come collettivo, a lottare per traguardi importanti per il gruppo, evitando di perorare la propria causa e di impegnarsi davvero solo quando il posto da titolare o il contratto è a rischio…
Tommaso Fragassi