È sempre stata una questione di tempo, per Giuseppe Rossi. I mesi passati a curare gli infortuni, le settimane che facevano scivolare via la Nazionale, le giornate in campo sempre più rare e ora i pochi minuti concessi dal tecnico Sousa all’attaccante nella sfida della Fiorentina alla Juve. Ma Giuseppe non ha intenzione di mollare adesso, dopo ore di pilates, yoga, lavoro muscolare e posturale, piscina e qualsiasi altra pratica potesse aiutarlo a tornare vicino al pallone. Ancora in questa stagione, Rossi non sa che cosa sarà di lui. Stavolta il problema è classico ed è la fonte di tanti dissidi fra allenatore e giocatore: Rossi non rientra negli schemi e nella filosofia di Paulo Sousa e i dieci minuti di Torino sono l’esempio lampante di quello che la stagione potrebbe diventare per il talento del New Jersey: un nuovo limbo. Infinito.
POCHI MINUTI «Giuseppe ci sarà utile». La frase è stata ripetuta da Sousa anche a Torino, ma è difficile capire come sarà possibile uscire dall’equivoco senza cambiare impostazione tattica. Il portoghese ha abbondanza di esterni che intende sfruttare, mentre Rossi per entrare nel vivo ha bisogno di altro: un sistema di gioco a due punte aiuterebbe lui e probabilmente Kalinic, bravissimo nei primi mesi della stagione passata, opaco e prevedibile nella seconda parte del campionato. Rossi è uscito piuttosto rabbuiato dagli spogliatoi dello Stadium. Sono lontani i tempi della grande rimonta di Firenze con la sua tripletta, un giorno indimenticabile per i tifosi viola. È passato il tempo, ci sono stati tanti problemi fisici da risolvere, ma Giuseppe è convinto di poter dare tanto, se gli sarà offerta la possibilità. E in dieci minuti (Sousa lo ha chiamato in campo al 35’ del secondo tempo) non è facile per nessuno. Agli amici dice di voler trovare una via d’uscita. «Non posso continuare così, il tempo passa». Rossi compirà trent’anni il prossimo febbraio e a giugno sarà senza contratto.
CONTRATTO Gli ultimi giorni di mercato dovrebbero dare risposte al giocatore e alla Fiorentina. Ingombrano la strada di una possibile soluzione l’ingaggio alto per una piccola squadra (ancora due milioni nonostante i tagli del lungo periodo degli infortuni) e soprattutto l’affetto di Firenze, che non prenderebbe bene una sua cessione. Un problema per il d.g. Corvino e per l’agente dell’attaccante Andrea Pastorello, che nei prossimi giorni dovrebbero mettersi al lavoro per cercare una via d’uscita.
STAND BY Via d’uscita che non può essere americana: Rossi non vuole gettare la spugna a 29 anni accettando un trasferimento in Major League. Per di più la Fiorentina lo ha tolto ufficialmente dal mercato più volte, spinta probabilmente anche dagli umori della città, e allora ecco che tutto torna nel cul-de-sac apparso evidente nella sera dello Stadium, sera tanto attesa dall’attaccante dopo un precampionato filato via liscio sul piano fisico. Allenatore e giocatore non si sono mai parlati: non è strano, visto che Paulo Sousa è un tecnico che si tiene sul poetico e Rossi ama parlare quasi quanto ama stare in panchina. Rossi si allena regolarmente, Sousa gli preferisce altre soluzioni. Niente di speciale, se non fosse per quello che Rossi rappresenta per Firenze. Per Paulo Sousa, Giuseppe è un coinquilino ingombrante. Per Giuseppe Rossi, Paulo Sousa è una sfinge. E il tempo del mercato passa in fretta.
Alessandra Bocci – La Gazzetta dello Sport