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Clima surreale ieri a Campo di Marte: Polizia in borghese e cani antiesplosivo. Il racconto
Rassegna Stampa

Clima surreale ieri a Campo di Marte: Polizia in borghese e cani antiesplosivo. Il racconto

Redazione

15 Marzo · 10:00

Aggiornamento: 15 Marzo 2024 · 10:00

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Controlli ovunque, un quartiere blindato e i cani antiesplosivo ad annusare perfino le panchine. Alla fine però tutto è filato liscio

Controlli ovunque, un quartiere blindato e i cani antiesplosivo ad annusare perfino le panchine. Alla fine però tutto è filato liscio. Nel giorno di Fiorentina-Maccabi Haifa, una parte della curva Fiesole mette in scena la sua protesta contro «il genocidio a Gaza» e entra in ritardo in uno stadio Franchi semivuoto, con appena 6.700 spettatori paganti. Tra qualche centinaia di tifosi, fermi ad aspettare in viale Fanti, spunta qualche bandiera palestinese, ma gli ultras si affrettano a spiegare che «non è un presidio: quello che dovevamo dire l’abbiamo detto nel nostro documento». Così, quando un piccolo gruppo di donne di Firenze per la Palestina, che invece il presidio l’hanno indetto, si mette a volantinare un documento per ricordare che la tragedia in Medio Oriente «non è iniziata il 7 ottobre, ma va avanti da 75 anni» e una di loro mostra un minuscolo cartello di cartone con scritto «Israele genocida», scatta il corto circuito.

Gli ultras contro le donne: parte l’alterco, i «non dovevate entrare», da una parte, i «non mescoliamo calcio e politica», dall’altra, all’opposto di quanto la curva aveva sostenuto nel documento dei giorni scorsi. La tensione è forte, tanto che partono un paio di spintoni tra ultras, con chi vorrebbe affrontare a muso duro le manifestanti e chi cerca di evitare pericolosi contatti. È l’unico, piccolo, momento di tensione in una giornata trascorsa senza incidenti ma nella quale i tifosi di curva Fiesole hanno anche intonato cori anti Israele alla fine della partita.

«Sport e politica sono cose distanti e dovrebbero restare separate», è curiosamente la frase con cui un tifoso del Maccabi, nel pomeriggio in piazza San Giovanni, ci spiega le sue riserve verso la protesta inscenata dalla Fiesole. Nel dehors del pub irlandese all’ombra del Battistero c’è una quindicina di supporter israeliani, tra i pochissimi in centro con le magliette e le sciarpe biancoverdi. Tra loro c’è anche chi di politica parla, sempre per contestare i tifosi viola: «L’errore nasce dal fatto che i media occidentali non raccontano i dettagli, la situazione è più complicata di come possa sembrare fuori da Israele. Per esempio non dicono che a Gaza ci sono munizioni in tutti i palazzi». Il clima è comunque disteso, qualcuno di loro intona dei cori, non paura: «Siamo venuti in 500, ma non siamo insieme, la polizia ce lo ha vietato». Paure non ne hanno, un paio di loro intona qualche coro: «È tutto molto tranquillo. E stasera vinciamo noi». Del resto, lo spiegamento di forze di sicurezza è stato ingente. Il momento più critico era considerato proprio l’accesso allo stadio prima della partita, con tifosi e giocatori israeliani considerati come possibili bersagli.

Per questo la Prefettura ha disposto di far alzare l’elicottero della polizia, che ha sorvolato sia stadio sia il centro per riprendere dall’alto eventuali movimenti anomali e far intervenire, nel caso, i contingenti a terra delle forze dell’ordine. Al Franchi sono stati schierati molti operatori della polizia scientifica, addetti alle riprese di qualsiasi situazione sospetta, oltre ai cani antiesplosivi (che annusavano anche le panchine del quartiere) e quattro filtri di controllo dei tifosi.
Dalla «cabina di regia» in Questura i poliziotti hanno visionato le telecamere cittadine in tempo reale. In giro per il centro, le postazioni delle forze dell’ordine, ieri erano più nutrite del solito, ma a prima vista la differenza rispetto a una normale giornata era minima: tanti poliziotti erano infatti in borghese. Lo scrive il Corriere Fiorentino.

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