La Repubblica analizza la svolta tattica e mentale della Fiorentina, un cambio di modulo che ha alleggerito la squadra.
La terza vittoria in trasferta consecutiva della Fiorentina, legata poco a questioni tattiche e molto a quelle psicologiche. Squadre avversarie meno votate alla difesa a tutti i costi, la distanza da casa che ti trascina via da possibili ansie da prestazione. Sì. E la sensazione che la squadra stia riscoprendo l’orgoglio, perché dopo le delusioni vissute la Franchi cerca sempre il modo di restituire ai tifosi ciò che non è riuscita a dargli nelle partite giocate in casa. Ci sono cause “emozionali”, insomma. Ma anche molto pratiche, però.
Paulo Sousa sembra avere trovato un equilibrio alla sua squadra, capace di dare fiducia e spazio a Bernardeschi e Tello senza rischiare in difesa. Dal punto di vista tattico l’evoluzione parte da un modulo sperimentato a lungo: quel 3-4-2-1, con Bernardeschi trequartista insieme a Ilicic e Tello esterno destro di centrocampo. I due hanno il compito di supportare Ilicic e di portare via uomini dall’area in modo che il croato conquisti maggiore spazio. Ma è in fase di non possesso che la Fiorentina scopre le sue maggiori qualità, come una solidità e delle prodezze creative del buon vecchio Tatarusanu.
Sousa ha trovato il modo di coprirsi arretrando la posizione dell’esterno sinistro e facendo scalare su quella fascia proprio Bernardeschi. L’oscillazione porta come conseguenza la difesa a quattro (4-4-1-1), con Salcedo che copre Tello, un bel po’ alleggerito da compiti difensivi. Adesso si tratta di lavorare per riuscire a liberarsi dalla carestia offensiva anche quando, in casa, la Fiorentina si trova ad affrontare squadre che le lasciano pochi spiragli per le invenzioni.