La Gazzetta dello Sport parla di Sousa e di tutto quello che è successo nel post partita:
E’ un buco profondo quello che rischia di far precipitare Paulo Sousa, un buco creato dal vuoto che appare nel prossimo futuro, senza obiettivi reali, senza veri punti di riferimento. La delusione europea si trasforma velocemente in rabbia. I tifosi salutano la squadra all’uscita dal campo con il coro: «Andate a lavorare», poi un migliaio di supporter viola si affolla fuori dalla tribuna del Franchi, là dove ci sono pure gli spogliatoi. E lì il calderone si allarga e ci vanno a finire un po’ tutti: i proprietari («Della Valle fuori dalle …»), il tecnico («Gobbo di m…»), e naturalmente la squadra.
Paulo Sousa sa incassare, si prende tutto sulle spalle e prova a cercare spiegazioni: «I tifosi hanno ragione, sono delusi per una sconfitta pesante, ma davanti avevamo un avversario molto forte. Chiedo scusa, a nome di tutto il gruppo, ai nostri tifosi e alla nostra città. Lavoriamo ogni giorno per dare loro gioia, se non ci riusciamo siamo tristi».
Il d.s. Corvino dribbla l’ipotesi di un esonero: «Non parlatemi di futuro dopo una sconfitta incassata per 4 palle inattive». Lui, Sousa, cerca di trovare i perché di una serata tremenda: «Io sono il responsabile. Purtroppo ci manca un po’ di maturità in certe situazioni, come l’angolo che porta al gol per un 2 contro 1. Lì servono decisioni veloci. Purtroppo su una transizione sbagliata abbiamo subito il rigore e quell’episodio ha cambiato la partita». L’allenatore prova anche a giustificare la sorprendente sostituzione di Bernardeschi: «Da lui mi aspetto il massimo, , è fortissimo quando riesce a saltare il primo avversario, ma a volte non ha la giusta intensità. Ho messo Ilicic proprio per aumentare l’intensità di tutta la squadra. Noi allenatori cerchiamo di fare qualcosa in più. Se rischio la panchina? In certi casi noi rischiamo sempre. A me non resta che lavorare per migliorare giorno dopo giorno». E in effetti rischia. Andrea Della Valle ha dribblato l’argomento: «A caldo non ne voglio parlare». Nessuno si è affannato a blindare il tecnico.