Questo l’articolo di Angelo Giorgetti sulla Nazione:
Sanchez in difesa non è una scoperta, Sousa lo aveva già utilizzato come scudo accessorio contro il Chievo e in altri sgoccioli di partita; è una sorpresa invece l’autorevolezza con cui il centrocampista colombiano è riuscito a riempire il ruolo. Autorevolezza addirittura sospetta: e se fosse davvero il suo mestiere, quello del terzo in una difesa che imposta? Possibile, ma subito dopo ci viene in mente un’altra considerazione: una difesa del genere deve essere sostenuta da tutta la squadra, non può essere messa alle corde, deve avere il tempo di respirare e gestire il giro palla.
La Fiorentina che ieri ha aggredito la Juve fin dai primi minuti può forse permettersi qualsiasi difensore, vietate le battute sui presenti, ma il fatto che Sousa abbia preferito Sanchez a Tomovic e Salcedo la dice abbastanza lunga sulla volontà di impostare una partita coraggiosa. E qui emergono indubbiamente i meriti dell’allenatore viola, che ha avuto il coraggio di rischiare. Un rischio calcolato, forse, perché il ritorno di Borja Valero ha aggiunto il collante che mancava, in più tutti hanno giocato al massimo, senza pause e cali di concentrazione.
E se c’è un rimpianto, uno solo ce lo possiamo permettere in una serata così? riguarda l’atteggiamento: ineccepibile contro la Juve, da cartolina, quasi da autografo, ma chissà dove sarebbe la Fiorentina se avesse giocato sempre con questo spirito.