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LE SOLITE DUE FACCE… IL PENSIERO DI DARIO “GHEBBE”
Editoriali

LE SOLITE DUE FACCE… IL PENSIERO DI DARIO “GHEBBE”

Dario Del Gobbo

7 Novembre · 12:31

Aggiornamento: 7 Novembre 2016 · 12:31

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Beh, uno può pensare: ecco il solito articolo che parla della “Fiorentina a due facce”, molto buona nel primo tempo ed irriconoscibile nella ripresa.

Sinceramente una roba simile l’ho già scritta la settimana scorsa contro il Bologna e poi io mica sono un giornalista, non mi va di fare pezzi in serie troppo “politically correct”.

Un altro magari potrebbe pensare: magari si riferisce alla faccia di Sousa e a quella di Tello.
In realtà non mi riferisco neppure alle loro due facce, anche se ci sarebbero delle cosine da dire. Non so quale delle due sopporto meno, ma so che sicuramente sono legate a doppio filo.

Tello è un calciatore molto rapido, forse l’unico esterno di una certa tipologia però in questo giochino ci sono anche le categorie e pensare di dover sborsare 1,5 mln € netti annui per questo tizio mi fa venire i conati di vomito. Soprattutto perché ad insistere come un pazzo per tenercelo è stato proprio l’allenatore, come se fosse insostituibile…

Vero: da un certo punto di vista è insostituibile, non abbiamo nessuno che sia rapido e che giochi esterno. Però se ne abbiamo uno solo ed è così scarso, poi tocca farne a meno comunque. Forse è meglio evitarlo del tutto, forse è meglio concentrarsi sulle vie centrali piuttosto che sugli esterni.

Ma torniamo al titolo, a chi mi sto riferendo?

In le facce a cui volevo far riferimento che non si vedono più spesso come una volta. Quelli che se fossimo stati messi meglio avremmo continuato sicuramente a vedere, ma siccome non stiamo messi benissimo allora non vediamo quasi più.

Il signor Cognigni e il signor Corvino.

Cognigni gode delle antipatie di tutta Firenze nonostante la sua chiarezza e il suo ruolo definito. È lì a rappresentare una proprietà, ha il coraggio delle proprie azioni e delle proprie frasi che molto spesso creano veri e propri tsunami, l’ultima quasi un anno fa “giocare la Champions sarebbe una gratificazione che costringerebbe ad essere ancora più attenti perché ci obbligherebbe ad un aumento del monte ingaggi e senza una continuità sportiva potrebbe essere rischioso”. Sempre stato fin troppo schietto, forse l’unico della “banda” a parlare senza peli sulla lingua e senza alcun filtro.

Corvino invece ci dice che vorrebbe vincere un trofeo, che ha migliorato la squadra, che ha preso un sacco di giovani importanti sui quali investire, che ha faticato a trattenere i migliori… Solita storia “un po’ vera e un po’ no”. A differenza di Cognigni, il “mago di Vernole” è un abile oratore, da quest’anno parla fitto fitto con i ragazzi della curva, gli sussurra che non ha budget e che meglio di così non si poteva fare… E che volete, noi siam tifosi, il tecnico è lui, se ci dice che non ha soldi e che meglio non si poteva fare bisogna credergli. Pover Pantaleo, lui è buono. Appare solo dopo aver vinto a Bologna per far vedere a Saputo & co. che li ha battuti, ma questo va beh.

E mentre noi ci azzuffiamo per dare la colpa di questa stagione mediocre a Tizio o a Caio, loro ora si riposano.

Dopo un’estate di duro lavoro.

Dario “Ghebbe”

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