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Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
“Se indosso ancora la maglia viola un motivo c’è, critiche sbagliate. Mai stato vicino al Torino ma solo…”
Rassegna Stampa

“Se indosso ancora la maglia viola un motivo c’è, critiche sbagliate. Mai stato vicino al Torino ma solo…”

Redazione

10 Settembre · 09:59

Aggiornamento: 10 Settembre 2016 · 09:59

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NO, Nenad Tomovic non è mai stato lontano dalla Fiorentina. Macché mercato, ma quali contatti ravvicinati con il Torino del connazionale Mihajlovic.

E in ogni caso, ora che «la turbolenta» (come la definisce lui) estate degli affari è finalmente finita, il difensore viola ha voglia solo di pensare al campo.
«Adesso tocca a noi. Tocca a noi far vedere quanto di buono può riuscire a fare questa squadra e guardare avanti, con orgoglio e ottimismo».

Poi, guarda caso, domani c’è proprio il Genoa, il «suo» Genoa, e per Tomovic la partita sembra destinata a prendere subito una piega particolare. Questione di amici liguri o magari ex compagni da salutare dopo tanto tempo?
«Beh, ritroverò Juric, un grande compagno di avventura. Una persona a cui sono molto legato, un amico…».

Amico da quei suoi primi giorni nel Genoa?
«Esatto. Juric mi ha aiutato tantissimo a scoprire e iniziare la mia avventura nel calcio italiano. Juric mi ha seguito come un fratello, quando sono arrivato a Genova. Ha aiutato tantissimo la mia compagna. Eravamo anche vicini di casa, ad Arenzano…».

Ma domani, farà di tutto per fargli un dispetto: stretta di mano prima o dopo la partita?
«Prima e dopo, sicuro. Siamo amici, lo ripeto e ritrovarsi sul campo sarà una bella sensazione. Ci sentiamo spesso, in estate siamo andati insieme al matrimonio di Brivio. Oh, ma sia chiaro, la partita voglio vincerla io, eh…».

A proposito, secondo lei la Fiorentina uscita da questa estate… «turbolenta» è più o meno forte rispetto a quella della scorsa stagione?
«Nonostante tutto la squadra non è cambiata molto. Non c’è stata nessuna rivoluzione. Ok, è andato via Alonso e sono arrivati nuovi giocatori ma credo la base, l’ossatura, del gruppo, alla fine sia la stessa del recente passato».

Quindi?
«Quindi ci sarà da tenere comunque in considerazione quanto faranno gli avversari. Immagino una stagione molto ’affollata’ ai piani alti… Juve, Napoli e Roma dovrebbero ancora giocarsi i primi tre posti, poi, poi siamo in tanti. Ci siamo noi, ci sono le squadre milanesi e ci sono quelle formazioni che a mio avviso saranno delle belle sorprese. Dico il Sassuolo, il Torino e ovviamente il Genoa di Juric».

Torniamo al mercato: davvero lei non è stato a un passo dall’andare via?
«No. Assolutamente. Ho letto tante cose, magari ho saputo che Miha, mio connazionale, mi stima molto, ma di concreto niente».

Dunque, chi la critica dovrà rassegnarsi…
«Prego?»

Diciamo così: avrà capito che da qualche tempo lei è considerato un po’… l’elemento da mettere nel mirino. Lo sa?
«Guardi, sono arrivato qui quattro anni fa. Sono stato elogiato per un paio di partite, forse tre e poi sono iniziate le critiche. A volte anche giuste, ma altrettante volte sicuramente sbagliate».

Dunque, l’hanno costretta a farci l’abitudine?
«I primi tempi, sono sincero, ci sono rimasto male. Ci stavo male. Poi ho capito che funziona così, che bisogna evitare di pensarci, guardare avanti, fare il proprio lavoro e rimanere tranquilli. Anche perchè, non credo sia un caso che indossi ancora la maglia della Fiorentina e che mi si continui a dare tanta fiducia».

 

Violaweek – Riccardo Galli

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